Olio di cocco e dimagrimento, come stanno le cose.
Coccobello, cocco fresco…..lirica da spiaggia. Oggi voglio parlarvi proprio di questo, non del tipo che lo vende , ma bensì dell’ olio che si ottiene da questo frutto.
Se avete già sentito parlare di olio di cocco, vuol dire che vi siete interessati alla cura della salute e dell’estetica. Questo fantastico alimento infatti, ci omaggia di molti benefici e i suoi usi spaziano dal consumo alimentare sino ad arrivare all’ applicazione come cosmetico.
Di solito ha una consistenza burrosa, in quanto si solidifica già a 20° circa e possiamo trovarlo in due diverse forme:
Ciò che interessa a noi, dato che non mi occupo di hair health, è il contesto nutrizionale, per cui vi elencherò velocemente le sue applicazioni come cosmetico, per poi passare ad approfondirne gli usi alimentari e gli effetti sull’ organismo.
Può essere applicato esternamente per combattete problemi come acne, psioriasi e dermatiti; per idratare la pelle, ammorbidirla e donarle e elasticità; funge inoltre da barriera contro funghi e batteri. Bene, ora passiamo al profilo nutrizionale ed ai suoi effetti, motivo per il quale ho deciso di scrivere questo articolo.
L’ olio di cocco è ricco di antiossidanti e si compone maggiormente di acidi grassi saturi i quali, al contrario di come spesso si pensa, non sempre hanno un effetto negativo sulla salute anzi, sono grassi che il nostro organismo utilizza per la sintesi di colesterolo e quindi di alcuni ormoni detti appunto, ormoni steroidei. In particolare, l’ olio di cocco non si è dimostrato dannoso se comparato ad altri tipi di condimenti molto più utilizzati.
È importante sapere che, se l’ ipercolesterolemia é un fattore di rischio per la salute, lo é altrettanto l’ ipocolesterolemia. Quindi come sempre, sono gli eccessi ad essere dannosi. In questo studio su soggetti patologici, il consumo di olio di cocco è stato associato ad un aumento di HDL, “colesterolo buono”, e ad un abbassamento dei rischi cardiovascolari in generale, ma di questo ne parleremo meglio in un altro articolo.
Ok, il primo passo è fatto! I grassi insaturi non sono sempre dannosi, vi ho fornito alcune dimostrazioni ed ora finalmente possiamo passare allo step successivo, quello che mi piace di più: Come usare l’ olio di cocco per potenziare la perdita di grasso.
Attenzione, adesso non fatevi grandi sogni dove vi abbuffate di cornetti alla nutella e grazie al coconut oil, rimanete belli e squartati. Questo metodo funziona solo se di base c’è una programmazione alimentare volta al dimagrimento o comunque sia al mantenimeto della massa grassa stessa, perché sulla carta funziona ed anche nella pratica, ma è influente quanto lo è una pietra focaia se abbiamo bisogno di un accendino. Non so se rendo l’ idea.
Vi ho fatto venire l’ acquolina in bocca eh? Lo so non si fanno queste cose, sono Politically uncorrect.
Torniamo a noi, adesso io vi consiglio di mettervi comodi perché io il mio lo sto facendo, mi prendo la briga di spiegarvi tutto per benino, però voi dovete seguirmi come si deve, così da diventare padroni dei concetti. Pronti? Iniziamo.
L’ olio di cocco è composto da grassi a catena media MCT i quali, grazie alla loro struttura bypassano il lavoro epatico ed entrano direttamente nel flusso sanguigno, per poi essere utilizzati dalle cellule per la produzione di energia. L’ inghippo sta nel fatto che non tirano in gioco il fegato, lui se ne accorge dopo, quando già sono in circolo. Per capire questo processo dobbiamo fare un passo indietro e spiegare innanzitutto cosa fa il fegato quando ci alimentiamo:
A questo punto avremmo dovuto capite che quando ci nutriamo, vengono attivati una serie di processi volti all’ assorbimento e al metabolismo anabolico dei micro e macronutrienti. Va poi precisato che ogni alimento determina la produzione di insulina, nello specifico e in ordine crescente per quanto riguarda la stimolazione insulinica, troviamo prima i carboidrati, poi le proteine e infine i grassi. Detto questo, è giusto affermare che l’ incremento insulinico e l’ attivazione dei meccanismi epatici, conportano un passaggio da una situazione ormonale ” di digiuno ” ad una di ” assorbimento”. Mi spiego meglio:
Durante il digiuno i livelli di cortisolo, di glucagone, GH e delle catecolamine (adrenalina e noradrenalina) si mantengono piuttosto elevati al fine di garantire una stabilità della glicemia. Come fanno? Lo fanno attingendo alle riserve di tessuto adiposo e muscolare, nello specifico trasformando gli aminoacidi del muscolo in glucosio e mobilizzando gli acidi grassi dagli adipociti, tutto ciò viene definito “catabolismo” e vede coinvolti sia i muscoli che le riserve di grasso. Adesso però non fatevi prendere dal terrore di bruciare quel muscolo che avete messo su con tanta fatica, esistono dei processi fisiologici che se assecondati, lo impediscono.
Passiamo al terzo step. Cosa succede al nostro organismo quando la concentrazione degli FFA in circolo aumenta ulteriormente per via dei grassi dell’ olio di cocco, i quali entrano nel flusso linfatico e quindi ematico, senza chiamare in causa i processi di digestione ed assorbimento?
Il nostro organismo continua a percepire una situazione di digiuno, gli ormoni “catabolici” sopra elencati si mantengono a livelli medio-alti , mentre l’ insulina resta sui valori basali. Questa situazione ormonale favorisce l’ attivazione di HSL, lipasi ormone sensitive, la quale funzione è quella di mobilizzare gli acidi grassi dalle riserve di tessuto adiposo. Insomma, l’ HSL insieme alle rispettive sostanze che lo attivano, sono fattori decisivi di cui dobbiamo tener conto quando vogliamo dimagrire.
Ora davvero ci siamo, abbiamo quasi risolto il rebus, ricostruito ciò che succede quando siamo a digiuno ed è proprio quì che entra in gioco il nostro olio di cocco, in quanto aumenta gli acidi grassi liberi circolanti senza chiamare in causa il lavoro epatico.
Tutto ciò non fa altro che potenziare il messaggio di “catabolismo” e le funzioni di Glucagone, GH, Cortisolo, Catecolamine e infine dell’ HSL. In questo modo il METABOLISMO viene shiftato ulteriormente verso quello lipidico, ne parlo meglio in questo articolo, e le cellule di quasi tutto l’ organismo ottimizzano la combustione degli acidi grassi, localizzata maggiormente nei mitocondri. A proposito di ciò potrebbe essere valutata l’ ipotesi di integrare con della carnitina, la quale funzione è quella di veicolare gli acidi grassi all’ interno della cellula, ma anche questo aspetto ha bisogno di essere approfondito, per cui vi prometto che ne parleremo meglio in futuro.
Adesso che vi ho fornito alcune spiegazioni ed abbiamo ragionato insieme su cosa accade al nostro corpo in determinate circostanze, spero abbiate appreso il messaggio e fatto vostro il concetto. I grassi a catena media dell’ olio di cocco, ci aiutano a potenziare ciò che già stiamo facendo e adesso che sapete come e quando utilizzarlo, siete padroni dei suoi effetti.
Una focaia o due legnetti al posto di un accendino? Si , vanno bene, se sapete usarli.
Your email address will not be published. Required fields are marked *